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La Stampa

ecco cosa scriveva il quotidiano torinese in quei giorni...

n. 308 dell’ 11/11/1994

A Farigliano impianti sportivi devastati, mille alveari distrutti
Gli amministratori: “Siamo in ginocchio, è la bancarotta per l’economia del nostro paese”

FARIGLIANO. Nella piana devastata dal Tanaro impazzito i danni sono incalcolabili, sicuramente superiori ai cento miliardi. Di giorno gli abitanti alluvionati (aiutati da alpini, vigili del fuoco e volontari) lavorano per sgombrare il fango; durante la notte squadre di finanzieri armati vigilano per impedire lo sciacallaggio nelle case e aziende abbandonate. Sono sparite molte carriole acquistate dal Comune.
Spiega l’assessore Domenico Milano: “C’è il drammatico problema delle aziende artigiane che hanno perso tutto e che se non vengono subito aiutate priveranno del lavoro almeno cento dipendenti. Angosciante anche il caso dei resti di centinaia di maiali dell’allevamento di Tino Gambera che stanno decomponendosi: occorre quindi recuperarli al più presto. L’azienda Gambera aveva 2 mila animali: meno di un terzo è stato salvato, altri 1200 sono stati raccolti morti, il resto è ancora da recuperare. Ma sono necessari mezzi adeguati che finora non ci sono”.
Nella piana bagnata dal Tanaro centinaia e centinaia di giornate coltivate sono sparite e sono ora ricoperte di ghiaia, alberi spezzati, rottami: un’apocalisse. Continua l’assessore Milano: “Gli impianti sportivi comunali sono stati letteralmente spezzati via con un danno di almeno 5 miliardi. Le officine meccaniche dei fratelli Viotto hanno perso tutto, comprese le auto dei clienti in riparazione. Nel Centro turistico del Navetto, che avrebbe dovuto aprire oggi, il ristorante non esiste più: danni per miliardi. L’impresa di lavori stradali Occelli, che occupa una cinquantina di operai, è distrutta: danni per 15 miliardi. Spariti anche un migliaio di alveari. Gli sfollati, a decine, sono però tutti sistemati. Ora cominciano le frane, numerosissime. Finora il Comune ha speso di tasca propria per gli interventi più urgenti, e continueremo a pagare: ma se non arrivano subito i soldi, dichiareremo la bancarotta. Agricoltori, artigiani, industriali, commercianti vanno subito aiutati con interventi adeguati: altrimenti per la nostra economia è la fine”.
(A Bonvicino le acque del torrente Rea hanno distrutto l’azienda di piscicoltura di Giancarlo Dacomo. “Ma sono le piccole ditte agricole le più colpite – spiega l’assessore Valerio Altare – soprattutto per le frane, tuttora in movimento, che hanno travolto decine di vigne. A Murazzano – dice il vice sindaco Alessandro Cavanna – ieri il Municipio ha dovuto ordinare l’evacuazione di numerose cascine nelle località Fassinea, Costabella, Rea Sottana, Surie minacciate da movimenti franosi. Una ventina le persone sfollate con le loro bestie. L’acqua potabile per il paese arriva con le cisterne messe a disposizione dalla Protezione civile. In pericolo di frana anche la statale Carmagnola-Montezemolo.
A Monchiero lo straripamento del torrente Rea ha causato gravissimi danni alle aziende artigiane di Borgo Nuovo: decine di operai rischiano il posto. Le acque del Tanaro hanno reso le fertili campagne come paludi, l’economia agricola è in ginocchio.

n. 309 del 12/11/1994

I paesi colpiti dall’alluvione cercano di uscire dall’emergenza, ma per l’economia la ripresa sarà molto difficile
Ottomila senza lavoro in Val Tanaro e ad Alba
Una sconvolgente mappa dei danni nelle industrie della “Granda”

Decine di aziende distrutte dal fango: una prima, parziale stima di 200 miliardi di danni: 8.581 posti di lavoro in pericolo; per la “Granda”, mentre in molti paesi scarseggiano acqua potabile, corrente elettrica e gas, scatta l’emergenza economica. “Un disastro senza precedenti – spiegano l’Unione industriale -. Sono state danneggiate aziende con impianti ad alta tecnologia. Stiamo lavorando per compilare una mappa precisa della catastrofe. Più passano le ore, più si allunga l’elenco delle aziende che ci segnalano danni”.
Secondo stime ancora parziali, solo la “Ferrero” di Alba avrebbe riportato perdite per 100 miliardi. La “Nuova Simic” di Camerana ha accusato danni per 36 miliardi. Nella lista delle aziende colpite dal maltempo figurano: “L’Albadoro”, Guarene (815 milioni di danni); “Beton-Bit srl”, di Savigliano (200 milioni); “Calcestruzzi Stroppiana”, Alba (4 miliardi); “Capetta”, Santo Stefano Belbo (3 miliardi); “Europlast”, Cherasco (1 miliardo); “Fornace Casetta”, Mussotto (200 milioni); “Facs”, Alba (5 miliardi e 650 milioni); “Inerta”, Vicoforte Mondovì (400 milioni); “Italgelatine”, Santa Vittoria d’Alba (1 miliardo e 300 milioni); “La Commerciale”, Alba (2 miliardi e 800 milioni); “Miroglio”, Alba (5 miliardi); “Mondo”, Gallo d’Alba (30 miliardi); “Mtm”, Cherasco (300 milioni); “Occelli”, Farigliano (5 miliardi); “Pi.Esse.Gi”, Neive ( 2 miliardi); “Porro Carlo”, Dogliani (1 miliardo e 380 milioni); “Saratex”, Clavesana (2 miliardi); “ Sebaste Oscar”, Grinzane Cavour (oltre 2 miliardi); “Valtanaro Conglomerati”, Farigliano (1 miliardo e 500 milioni); “Verna Remo”, Demonte (1 miliardo e 180 milioni); “Vetreria Bruno”, Alba (900 milioni).
Per fare una prima analisi sui danni è stata convocata per oggi, alle 17, nella sede del Consiglio provinciale, una riunione tra gli amministratori locali e i parlamentari cuneesi. “Nel preparare un piano d’aiuti – spiegano gli imprenditori – è necessario tener presente tutte le ditte che operano nell’area alluvionata.
La mancanza di linee di comunicazione mette a dura prova anche stabilimenti che non hanno subito danni dal maltempo. Problemi potrebbero sorgere per le aziende che vantano crediti in zona”.

n. 313 del 16/11/1994

Interrogatori sull’alluvione

Continua l’inchiesta aperta dalla magistratura albese sulla tragica alluvione del 5 e 6 novembre. La procura della Repubblica ha aperto un fascicolo contro ignoti: l’ipotesi su cui si indaga è quella riguardante presunte omissioni in merito alla segnalazione, all’avviso di pericolo imminente di inondazione. L’inchiesta è svolta dal procuratore Gregorio Ferrero e dal sostituto Christine Von Borries. Sono già state sentite numerose persone come testimoni dei fatti: i magistrati hanno dato incarico alla polizia giudiziaria e ai carabinieri di raccogliere indicazioni nelle varie zone colpite.
Lo scopo è di ricostruire la sequenza degli avvenimenti nei particolari, per quanto riguarda i corsi d’acqua che interessano la zona: Tanaro, Belbo, Bormida e i loro affluenti. Potrebbero essere disposte perizie per giungere a una conoscenza approfondita dell’accaduto, se e quali informazioni sono state date del pericolo.
L’avvocato Roberto Ponzio, che assiste un gruppo di alluvionati: “Stiamo valutando di fornire un contributo alle indagini che accerti anche le modalità di esondazione. In alcuni punti l’acqua ha raggiunto rapidamente altezze considerevoli e altrettanto rapidamente è defluita. Diventa fondamentale accertare a che ora sono state aperte le dighe e a quale autorità è stata data comunicazione. S’impongono immediate indagini, anche perché certe prove o si acquisiscono subito o poi si dissolvono. C’è diffusa coscienza di non rassegnarsi di fronte a perversi fenomeni naturali, ma di indagare sul comportamento umano perché, se ci sono responsabilità, siano perseguite”.

n. 316 del 19/11/1994

Strage negli allevamenti
Gli animali uccisi dal fango trovate migliaia di carcasse

FARIGLIANO. I veterinari delle Usl di Mondovì e Cuneo in collaborazione con draghisti, volontari e un elicottero del Cai sono stati impegnati nella raccolta delle carcasse di animali morti. Una delle operazioni più impegnative è stata portata a termine a Farigliano nell’allevamento di Pino Gambera, distrutto dalla piena del Tanaro.
I suini ospitati nei capannoni invasi dalle acque erano 1800 e rappresentavano l’intero patrimonio dell’azienda.
Secondo quanto riferiscono i veterinari, sono state raccolte più di 1650 carcasse. Una cinquantina di maiali si sarebbero salvati e i soccorritori li hanno trovati un po’ dovunque: nelle isolette che si sono create con il ritiro delle acque, o imprigionati delle cataste di detriti e legname portati dalla piena.
I pochi suini spauriti sono stati provvisoriamente consegnati ad altre aziende agricole della zona.
Contemporaneamente sono stati anche raccolti i bovini strappati alle stalle invase dalle acque e portati via dalla piena. A Farigliano, Clavesana e Carrù il Tanaro avrebbe ucciso un centinaiodi capi di cui 47, tutti di pura razza piemontese, erano proprietà dell’allevatore Giuseppe Abbona di Clavesana. Strage di polli invece a Piozzo (duemila animali) e a Belvedere Langhe (mille animali uccisi). A Piozzo è stata anche recuperata la carcassa di uno struzzo che apparteneva ad un allevamento privato. Tutti i resti di animali morti, dopo essere stati raccolti, sono stati poi caricati su alcuni autocarri. Lo smaltimento delle carcasse è stato affidato ad un’azienda di Ceresole d’Alba che ne ricaverà sottoprodotti destinati all’alimentazione animale.

Lo straripamento del fiume Tanaro ha anche cancellato tutti gli impianti sportivi
“Sos” e molta rabbia da Farigliano
Secondo le prime stime del Comune la piena ha causato danni per circa nove miliardi alle opere pubbliche. Il depuratore ora è inutilizzabile, a rischio numerosi posti di lavoro. Chiesto l’intervento del Genio militare

FARIGLIANO. “L’onda del Tanaro ha causato danni per quasi nove miliardi, l’equivalente di tre anni di bilancio comunale. Ma si tratta solo di un primo censimento di quanto è stato distrutto o compromesso delle opere pubbliche. Altro discorso è la parte privata: sono decine le case distrutte, le aziende spazzate via e gli edifici danneggiati”. A fornire il dato della catastrofe è Romana Gaiero, ragioniera del municipio. Ieri nel paese è arrivato anche il ministro Maroni.
Farigliano, a quattordici giorni dall’alluvione, sta cercando di uscire dal fango e ricostruire il futuro. L’economia è compromessa e soltanto grazie al volontariato e all’impegno di centinaia di uomini fra alpini, guardia di finanza, forestale, polizia e carabinieri si può inseguire il difficile obiettivo della ripresa. Un’azienda può già riprendere l’attività: è la “Ecoplast”, specializzata nella plastificazione di carta e cartone. “Un’altra ditta – precisa Romana Gaiero – la cava “Occelli” (una trentina di dipendenti) è ancora in ginocchio: molte delle strutture e in particolare i silos dovranno essere abbattute. E’ stato chiesto l’intervento del Genio militare. Anche l’impianto di bitume “Valle Tanaro” è stato gravemente danneggiato dalla piena”.
L’onda del torrente ha spazzato via case e ne ha sventrate altre, come quelle vicino al cavalcavia della ferrovia. Le famiglie che hanno perso le abitazioni sono ospitate in alloggi messi a disposizione dal municipio e dai non alluvionati. Alla paura della piena ora è subentrata la rabbia per decine di anni di sacrifici, cancellati in poche ore. “Il depuratore è inutilizzabile – aggiungono in municipio -, gli impianti sportivi sono un ricordo”.

n. 323 del 26/11/1994

Lavoro a pieno ritmo per rendere agibili gli edifici alluvionati
Natale a casa, in 27 Comuni parte il “progetto Maroni”

CEVA. Sono 27 i comuni della provincia di Cuneo coinvolti nel progetto “Natale a casa”, per consentire il rientro nelle loro abitazioni degli alluvionati, costretti a lasciare le case. Sono: Alba, Bastia, Bosia, Bossolasco, Castelletto Uzzone, Castellinaldo, Castellino Tanaro, Ceva, Cigliè, Cortemilia, Cossano Belbo, Farigliano, Frabosa Soprana, Garessio, Grinzane, Guarene, Monesiglio, Neive, Niella Belbo, Ormea, Prunetto, Sale Langhe, San Michele Mondovì, Santo Stefano Belbo, Scagnello, Somano e Torre Mondovì, i centri più colpiti. La Prefettura, di concerto con le amministrazioni comunali, applicherà il “progetto Maroni”, che consiste nella rapida sistemazione delle case inagibili, con una serie di interventi coordinati, forniture di arredi di prima necessità e concessione di buoni da 500 mila lire (per tre mesi) per le necessità più immediate. All’elenco definitivo degli sfollati sta ancora lavorando la Prefettura, dove spiegano che è comunque difficile fare un quadro della situazione attuale, dovendo conoscere quanti sfollati hanno scelto una sistemazione “privata”, senza ricorrere ai Comuni.
(Dal Centro Operativo di Mondovì vengono alcuni dati: su 34 Comuni coordinati, sono 33 i nuclei familiari senza tetto, per un numero complessivo di 73 persone, ospitate dai parenti (come a Torre Mondovì per la frazione Piazza) o con soluzioni temporanee nei comuni di residenza, negli alberghi cittadini.
A Cortemilia sono state undici le famiglie sfollate, alcune trasferite nei centri vicini. Molti anziani, che hanno dovuto lasciare le loro cascine, sono andati a casa dei figli. A Ceva, per chi non ha trovato ospitalità dagli amici si è riaperto un hotel, chiuso da qualche tempo. Le due famiglie senza casa a Nucetto sono invece state accolte nei locali del municipio, mentre gli sfollati di frazione Stelle di Lisio hanno trovato asilo dai familiari.)

n. 340 del 13/12/1994

Ieri a Bastia Mondovì sono state fatte brillare mine per eliminare le macerie
Municipio e due ponti da rifare
Dopo alluvione, la Fondovalle Tanaro rimane interrotta in più punti. Famiglie rischiano l’isolamento. In Comune uffici aperti ma senza sedie e tavoli portati via dalla piena: interverrà Specchio dei tempi

BASTIA MONDOVI’. Ieri mattina sono state fatte brillare le mine per liberare il Tanaro da uno dei viadotti della Fondovalle ridotti in macerie dall’alluvione. La strada concepita per collegare Cebano e Albese è interrotta in più punti. Alcuni viadotti sono crollati: di altri, come il “Maccagno” a Piozzo, l’acqua ha eroso il terrapieno, rendendoli inservibili.
La Fondovalle Tanaro era fondamentale per garantire la viabilità della Bassa Langa monregalese. Adesso per raggiungere alcune frazioni ci sono soltanto vecchi sentieri. E’ il caso di Bonde e Isola due gruppi di case dove vivono circa trenta famiglie. L’unico collegamento con Bastia o Farigliano erano due ponti, entrambi crollati. Ora è stato riparato un vecchio sentiero, ma se nevica un centinaio di persone torneranno nell’isolamento.
“Sono problemi gravi – dice il sindaco di Bastia Francesco Rocca -: non dimentichiamoci che le condizioni climatiche di questi giorni sono eccezionali. I viadotti che gli abitanti della frazione utilizzavano erano due. Di quello verso Bastia stiamo facendo “saltare” le macerie; per quanto riguarda il ponte verso Farigliano un’azienda con un ponte “Bailey” lungo 35 metri e largo5”.

n. 345 del 18/12/1994

Magistrato del Po
Niente fondi: Farigliano protesta

FARIGLIANO. “Siamo stati dimenticati dal Magistrato del Po. Nell’elenco dei fondi stanziati dall’ente, che ci è stato distribuito l’altro giorno in prefettura, non è previsto alcun stanziamento per Farigliano. Eppure qui il Tanaro ha causato gravi danni e, se non ci saranno urgenti lavori, presto ci farà di nuovo soffrire”. La protesta è del sindaco Teresina Vietto. Il primo cittadino ha sollevato il problema ieri durante il collegamento da Farigliano della trasmissione di Raitre “Ambiente Italia”. “Spero si sia trattato di una dimenticanza – ha aggiunto la Vietto -, perché qui gli argini non esistono più”.
L’assessore regionale al Territorio Mercedes Bresso ha risposto che esiste un piano per l’intera “asta fluviale”: “Gli interventi sono suddivisi fra magistrato del Po, Regione e autorità di bacino”. Ed è proprio la mancanza di un unico ente di riferimento la preoccupazione del ministro dei Lavori Pubblici Roberto Radice: “Sono spaventato dalle competenze spezzettate”. A Farigliano, come in quasi tutti i Comuni danneggiati dall’alluvione, sono stati fatti rilevamenti fotografici dall’alto e si stanno preparando le cartografie sull’esondazione dei torrenti. Il dossier sarà utile per la revisione dei piani regolatori: in molti paesi l’onda di piena ha distrutto o quasi completamente compromesso gli edifici costruiti lungo l’alveo del fiume. A Farigliano, ad esempio, il Tanaro ha spazzato via gli impianti sportivi, a pochi metri dal torrente.
Per ripristinare i corsi d’acqua il magistrato per il Po ha destinato alcuni miliardi. L’elenco dei fondi per i lavori nei paesi: 450 milioni per Cossano Belbo, 300 a Santo Stefano Belbo, 200 a Castino, 50 a Bosia, 200 a Rocchetta Belbo, 525 a Cortemilia, 400 da suddividere tra i Comuni di Gottasecca, Castelletto Uzzone, Pezzolo Valle Uzzone e Cortemilia, 300 a Perletto, 400 a Lagnasco, un miliardo e 400 ad Alba, 800 a Clavesana, 300 a Monchiero, 300 a Lesegno, 500 da suddividere tra Lesegno e Niella Tanaro, 650 a Priola, 400 a Nucetto, un miliardo e 150 a Ceva, 500 a Garessio, un miliardo a Bastia, 500 a Bagnasco, 500 a Verduno, 500 a Savigliano, 250 a Barbaresco, 580 a Cherasco, 300 a Narzole, 500 a Cigliè, 500 a Roddi d’Alba.

n. 349 del 22/12/1994

Ieri mattina 105 borsedi studio agli alunni alluvionati del Monregalese. Oggi 235 ad Alba
Nelle scuole, dopo i giorni terribili
“Specchio dei tempi” ha portato un messaggio di speranza a bambini e ragazzi alla presenza di genitori, insegnanti e sindaci dei paesi. Grande abbraccio di solidarietà. Stamane la cerimonia (ore 10) si tiene nella Sala Fenoglio

MONDOVI’. Incontro con chi ha vissuto nel “cratere” dell’alluvione, non ha dimenticato, ma è tornato alla vita normale. Centocinque bambini e ragazzi di Bastia, Clavesana, Farigliano, Monchiero e altri paesi – con il denominatore comune di essere vittime della violenza di fiumi e torrenti – hanno ricevuto ieri mattina, nel salone del Distretto scolastico, le borse di studio “Specchio dei tempi”.
Un incontro importante, che dimostra come l’emergenza non sia finita. Ragazzi che portano testimonianze di frazioni senz’acqua, senza strade. Alla cerimonia di consegna hanno partecipato il presidente del Distretto scolastico, presidi, insegnanti e molti sindaci, alcuni con l’incarico di ritirare l’assegno per chi non è riuscito ad essere presente, altri per ringraziare “La Stampa” e i suoi lettori.
Un messaggio evidente nelle parole di Riccardo Vaschetti, primo cittadino di Mondovì e responsabile del Centro operativo misto, che si occupa del dopo alluvione nel Monregalese: “E’ il momento di ricostruire, pensando a fare in modo che quanto avvenuto non si ripeta più, e sperando che se una catastrofe simile dovesse in futuro toccare altri paesi abbiano anche loro un giornale come “La Stampa”, che quando nessuno aveva ancora erogato contributi era già intervenuto con la generosità dei suoi lettori nelle situazioni di più grave emergenza”. Il caloroso applauso che studenti, insegnanti, e genitori si sono scambiati reciprocamente è durato oltre un minuto, diventando un grande abbraccio di solidarietà quando è stato consegnato l’assegno a Tiziana Bonino, la piccola di Clavesana che nell’inondazione del Tanaro ha perso il padre e ha il fratello ancora nell’elenco dei dispersi.
Oggi la consegna delle borse di studio agli alunni alluvionati è in programma ad Alba nella Sala Fenoglio dove, a partire dalle 10, saranno portati 235 assegni a bambini e ragazzi dei paesi delle Langhe.